Il borgo medievale di collina si trova sotto il Monte Camicia sul versante orientale del Massiccio del Gran Sasso. Il feudo divenne famoso nel XVI secolo grazie alla sua produzione di ceramiche. In questo periodo il borgo, a causa dei terremoti, fu completamente ricostruita con palazzi barocchi e rinascimentali.
Certamente, come testimoniano i ritrovamenti archeologici, esisteva in loco un sistema di case sparse, che seguì le vicende dei Pretuzi, e poi dei Romani. Con la decadenza di Roma nel V secolo d.C., gli abitanti della valle si riunirono in castra fortificati, detti “Li Castelli”, da cui l’attuale toponimo, e furono per secoli sotto la giurisdizione dell’abbazia benedettina di San Salvatore, oggi scomparsa, e che si trovava nell’omonimo quartiere. Grazie alla presenza benedettina nella valle del Vomano, gli abitanti dei Castelli avrebbero iniziato ad apprendere le tecniche di lavorazione dell’argilla locale, che si trova in quantità presso le cavità delle colline sopra le quali sorge il paese. Ben presto la società agro-pastorale diventa imprenditoriale, sapendo commercializzare i prodotti dell’argilla.
Tutt’oggi, Castelli è rinomata per le sue maioliche, una forma di ceramica decorativa, che furono collezionate dalla nobiltà europea per secoli e che furono al loro apice dal XVI al XVIII secolo e sono ancora prodotte oggi da artisti locali. La maiolica di Castelli era una delle stoviglie preferite degli zar russi. Una delle più pregiate collezioni di ceramiche Castelli è oggi ospitata presso il Palazzo d’Inverno del Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo.
Oggi Castelli ospita un prestigioso istituto d’arte, un museo della ceramica e numerose botteghe e laboratori artigianali di ceramiche dove si conserva e si tramanda la tradizione della lavorazione dell’argilla e della maiolica castellana.